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Patty la porcellina della scuola


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
24.01.2023    |    23.454    |    18 9.7
"Mi prese per i capelli, entrava e usciva, ; continuò per un tempo che mi parve infinito finché non lo sentii irrigidirsi e darmi l’ultimo colpo riempendomi la..."
Avevo ripreso la scuola da qualche settimana. Avevo passato come al solito l’estate al mare, nella casa dove abitavo assieme ai miei genitori, con i miei zii e con il loro figlio Gianfi, mio cugino, di qualche anno più grande di me. Io alle superiori, lui all’università. Diversamente dal solito la scorsa estate si era molto interessato a me. Con il suo amico Marco mi avevano scopato in tutti i modi possibili. Lui stesso mi aveva sverginato il culetto. Mi facevano usare da alcuni loro amici. Ero stata la nave scuola del fratellino minore di Marco. Suo padre e suo zio si erano divertiti con me. In particolare lo zio, ginecologo, dovendomi visitare, aveva più volte approfittato di me.
Le mie tette abbondanti, ho una quarta, e sode erano state molto apprezzate per metterci in mezzo il cazzo e farmi fare delle belle spagnole. Spesso mi avevano scopato insieme, talvolta con qualche loro amico. Ero la loro puttanella, remissiva ed obbediente. Durante i nostri incontri se la spassavano sculacciandomi per bene o schiaffeggiandomi le tette. I miei capezzoli venivano tirati e torti, più mi lamentavo e più ridevano: Piaceva loro esibirmi. Non portavo mai il reggiseno, e le mie tettone venivano a stento trattenute da magliette a spalline sottili che spesso Marco e Gianfi mi tiravano giù. Le gonne erano corte, a giro culo e più di qualche volta mi facevano uscire senza niente sotto; in spiaggia mi facevano indossare bikini ridottissimi e appena possibile la parte di sopra del costume mi veniva tolta.
Avevo un ragazzo fisso, Giovanni, di due anni più vecchio di me, con il quale facevamo qualcosa in auto vista la indisponibilità una casa tranquilla. Mi sentivo spesso per telefono con mio cugino che mi aspettava per le feste di Natale. In occasione dell’ultima conversazione mi disse che si sarebbe trasferito presso la mia scuola un suo conoscente e che mi avrebbe cercata. In effetti dopo qualche giorno l’insegnante di lettere ci comunicò l’arrivo di un nuovo compagno.
Carlo era un bel ragazzone alto e muscoloso, come appresi poi ripetente. Durante l’intervallo mi si avvicinò e disse.
-Saluti da tuo cugino. Mi ha parlato tanto di te…Ti devo fare vedere una cosa, ti aspetto alla fine delle lezioni-
-Non puoi farmela vedere ora?-
-Meglio di no- mi rispose sorridendo -sei anche meglio di come ti ha descritta-
-In che senso?-
-Sei proprio una gran figa! Ci divertiremo-

Patrizia era proprio una bella figa, suo cugino Gianfi non mi aveva mentito. Alta circa un metro e sessanta, bionda, occhi azzurri. Quando la vidi quel giorno indossava un paio di jeans molto aderenti che le mettevano in evidenza un bel culetto rotondo. Sopra portava una maglia a collo alto, molto aderente che copriva due tette veramente notevoli.
Uscimmo insieme; di fronte alla scuola c’era un parco e ci dirigemmo verso una panchina. Era appena davanti a me, sculettava che era una meraviglia.

-Cosa mi devi mostrare?- ero molto incuriosita e un po’ preoccupata, conoscendo Gianfi.
Tirò fuori dallo zaino una busta da lettere, ne estrasse una fotografia che mi porse. La guardai e impallidii.
-La conosci? -
Era l’immagine di una ragazza, i capelli biondi le coprivano il viso; appoggiata sulle ginocchia, china in avanti; due belle tettone; con una mano si sorreggeva ad un uomo mentre con l’altra ne impugnava il cazzo che le entrava parzialmente in bocca. Dietro di lei qualcuno la teneva per i fianchi mentre la penetrava.
-Può essere chiunque....-
-Guarda questa allora-
La ragazza questa volta era presa di fronte mentre qualcuno la stava montando da dietro. Da un lato della bocca colava sborra
Ero io.
-Cosa vuoi? -
-Le foto le puoi tenere, ne ho altre; qui non conosco ancora molta gente, potresti aiutarmi presentandomi qualcuno e intanto potremmo divertirci un pochino. Tuo cugino mi ha detto che sei una ragazza allegra -
-Non credo proprio-
-Chissà cosa penseranno i tuoi amici vedendo queste foto, lasceremo giudicare a loro-
-Sei un porco! -
-Vero. Come te. -
Gianfi mi aveva messo proprio in un bel pasticcio.
-Ti lascio un paio di giorni per decidere, tanto ci vediamo a scuola-
Ci dirigemmo verso la fermata dell’autobus, mi salutò con un bacio sulla guancia e una palpata sul culo.

Due giorni dopo Carlo mi fermò appena entrati a scuola; aveva una busta in mano
-La vuoi tu o la faccio girare in aula? -
-Dammela! -
-Ti aspetto, a fine lezioni, nello spogliatoio della palestra; tra un po’ chiedi di uscire, vai in bagno e ti togli il reggiseno.-
Non avevo molta scelta; decisi di guadare tempo; del reggiseno facevo spesso a meno. In fondo un po’ mi eccitava non portarlo. A fine seconda ora chiesi di uscire, andai in bagno e feci quanto mi era stato richiesto.
Tornai al mio posto.
-Cosa hai fatto? - mi chiese piano Lucia
-Niente, perché? -
-Lo sai, guardati le tette-
Indossavo un pullover leggero; le mie tette si muovevano morbidamente mentre camminavo, ma soprattutto si notavano i miei capezzoli spuntare contro il tessuto.
Lucia mi conosceva da sempre, era la mia amica del cuore, sapeva come avevo passato l’estate.
-Ti spiego dopo, durante l’intervallo-
Passarono velocemente le prime ore, suonò la campanella, l’aula si vuotò e rimanemmo sole.
Le spiegai tutto.
-La solita fortunata-
-Cosa dici! -
-Io Carlo me lo farei subito-
-Io sto con Giovanni-
-Tu sei una puttanella, un cazzo solo non ti basta, sempre che Giovanni te ne dia abbastanza. -
Lucia era completamente diversa da me; mora, capelli neri, lunghi, alta, snella, due belle tettine. Normalmente indossava minigonne inguinali, Sessualmente era molto disinibita, ma anche molto discreta. Qualche bacio e qualche toccatina ce li eravamo scambiati.
Finite le lezioni mi diressi verso gli spogliatoi; trovai Carlo all’ingresso, mi fece entrare in quelli maschili.
Sentii il suo sguardo sul mio fondoschiena. Eravamo nella zona armadietti, uno di fronte all’altra; mi mise le mani sulle spalle
-Cosa vuoi? -
-Vedo che mi hai obbedito-
Le sue mani scesero sulle mie tette

Aveva ragione suo cugino; Patrizia era una puttanella obbediente; la spinsi contro un muro mentre le palpavo il seno, bello, sodo, abbondante. Cercava di difendersi per cui con una mano le bloccai i polsi sopra la testa ed infilai l’altra sotto la maglia. Gustai le sue belle tettone, una alla volta, sentivo il capezzolo duro contro il palmo della mano. Lo presi tra le dita schiacciandolo leggermente. Avvicinai la mia bocca alla sua, forzandole le labbra con la lingua. Poneva resistenza; le strinsi forte il capezzolo, tirandolo. Gemette e aprì la bocca. Le ficcai la lingua dentro, la esplorai. Mi sembrava meno tesa, le liberai i polsi. Non reagì. Le sollevai allora la maglia scoprendole completamente le tette. I grossi capezzoli sporgevano invitanti circondati dalle ampie aureole scure; aveva ancora i segni della abbronzatura; non portava certo costumi castigati. Gliele impastavo a piene mani. Mugolava. Ne presi una per mano, la conteneva appena; la mungevo, strizzandole per bene.
-Ha ragione tuo cugino, sei una vacca-
-Smettila,..basta…-
Si divincolava sotto le mie mani e questo mi faceva crescere l’eccitazione
-Dimmelo cosa sei! -
-Lasciami! -
Aumentai la pressione, sentivo i capezzoli duri, grossi, rilevati
-Allora? -
-Sono…una.. Vacca-
- E cosa si fa alle vacche? -
- Si mungono... mi fai malese-
- E poi? –
- Porco.. maiale –
La troietta si divincolava sotto la mia stretta e questo mi eccitava ulteriormente; la tenevo letteralmente per le tette.
-Rispondimi! -
-Si montano-
-Brava. E’ quello che ti farò, ma non ora-
Le liberai le tette, le posi le mani sulle spalle spingendo verso il basso; all’inizio fece un po’ di resistenza, poi si inginocchiò.
-Vediamo se sei brava come dice Gianfi-

Mi aveva dato una bella strapazzata. Il seno mi faceva male. E ora avevo il viso all’altezza del suo cazzo. Si era abbassato pantaloni e mutande e il suo uccello, ancora barzotto, era di fronte alle mie labbra.
-Cosa aspetti? -
Non feci in tempo a rispondere, con la mano destra mi diede una schiaffo che mi colpì la tetta dall’alto verso il basso.
-Muoviti! -
Lacrimavo, gli presi il cazzo e me lo infilai in bocca, lo masturbavo con una mano mentre con l’altra gli accarezzavo i coglioni; lo pompavo; lo sentivo crescere tra le mie labbra e dentro la mia bocca.
Fare pompini, inutile negarlo, mi piaceva e Carlo aveva un bel cazzo.
Affondava nella mia bocca, me la stava scopando come fosse la mia passera, calda e bagnata.
Mi prese per i capelli, entrava e usciva,; continuò per un tempo che mi parve infinito finché non lo sentii irrigidirsi e darmi l’ultimo colpo riempendomi la bocca della sua sborra calda, che ingoiai tutta
-Ha ragione tuo cugino: sei una troietta succhiacazzi con i fiocchi-
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